PROIEZIONE ANNULLATA!
In applicazione del decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri sulle misure per il contrasto alla diffusione del coronavirus.
Visioni Sarde 2020 si avvicina! Una serata speciale quella dedicata dalla Cineteca di Bologna al Cinema sardo, che si concluderà con la proiezione in anteprima nazionale del lungometraggio “L’agnello” di Mario Piredda.
Il regista sardo, vincitore del David di Donatello 2017 per il corto“A casa mia”, debutta nel lungometraggio con la delicata storia di Anita, una ragazza di diciassette anni immersa in una difficile situazione familiare. Sua madre muore di leucemia e la stessa malattia colpisce anche il padre Jacopo, che necessiterebbe urgentemente di un trapianto. I tempi d’attesa per la ricerca di un donatore sono però troppo lunghi e, anche se i parenti hanno più probabilità di essere compatibili, non lo sono né Anita né suo nonno Tonino, un vecchio pastore che vive sull’altopiano vicino, accanto a un poligono militare che da anni condiziona nel bene e nel male la vita del territorio. Jacopo ha un fratello maggiore, Gaetano, che vive dall’altra parte dell’isola: le probabilità che lui sia compatibile sono più alte. Il padre e Gaetano però non si vedono né si parlano da anni, divisi da un antico rancore che non sembrano intenzionati a dimenticare. Gaetano è inoltre una persona su cui non si può fare affidamento, una testa calda che riesce a stento a mantenere la moglie e i figli rivendendo la ferraglia che trova abbandonata nelle campagne. Sembra inavvicinabile ma Anita non si scoraggia. Con l’aiuto del nonno decide di presentarsi a casa dello zio, determinata a scalfirne la corazza e a ricucire gli strappi del passato, pur di convincerlo a fare le analisi che potrebbero salvare la vita del padre.
“L’Agnello”, basato su un soggetto dello stesso regista, è interpretato da Nora Stassi (Anita), Luciano Curreli (Jacopo), Michele Atzori (Gaetano), Piero Marcialis (Tonino). La sceneggiatura è di Mario Piredda e Giovanni Galavotti; la fotografia di Fabrizio La Palombara. Il montaggio è stato eseguito da Corrado Iuvara;la scenografia da Pietro Rais. I costumi sono di Stefania Grilli, le musiche di Marco Biscarini. Suono in presa diretta: Piero Fancellu.
Produttori: Ivan Olgiati, Chiara Galloni, Richard Magnien, Marie Mouchel-Blaisot. Il film è una produzione Articolture, MAT Productions, Rai Cinema con il contributo del MiBAC, di Regione Autonoma della Sardegna, Fondazione Sardegna Film Commission e Cineteca Sarda.
NOTE DI REGIA (di Mario Piredda)
Sono partito con l’idea di girare un film di pseudo-finzione, raccontando le traversie quanto mai attuali di un padre e una figlia che vivono vicino a un’ipotetica base militare in Sardegna. Non è una situazione straordinaria: il territorio sardo, infatti, ospita il 60% di tutto il demanio militare italiane. La Sardegna è un’isola poco abitata e si trova in una posizione strategica al centro del Mediterraneo: è stato il posto ideale dove collocare la maggior parte delle basi militari interforze, che dalla metà del secolo scorso, hanno progressivamente sottratto alla popolazione porzioni crescenti di territorio. Tra i luoghi più noti alle cronache, ricordiamo i poligoni militari di Teulada e Quirra, che hanno come principale attività la sperimentazione di nuove armi e la guerra simulata, in aree naturali che si estendono dall’entroterra al mare. Ai margini di questi territori, secondo le stime l’incidenza tumorale ha raggiunto picchi altissimi imputabili all’ingente presenza di polveri radioattive, residui delle esplosioni e delle esercitazioni. Della relazione tra attività militari
e salute si parla da quasi vent’anni: in vari documentari, in inchieste giornalistiche, nelle aule dei tribunali: è una relazione che non riguarda solo i soldati, ma anche i pastori, i civili che lavorano nelle basi e gli abitanti dei centri vicini. È un dato di fatto per chi vive in Sardegna, ma è meno noto per tutti gli altri.
Sono partito da una delle tante storie di persone che risiedono in quei territori, in cui la convivenza forzata tra civile e militare è ordinaria quotidianità. È proprio in questa normalità che ho scelto di ambientare il racconto, cercando di realizzare un film non esplicitamente di denuncia, cioè senza oltrepassare il “limite invalicabile” della base militare, che resta inaccessibile ai personaggi così come lo è nella realtà.
“L’Agnello” resta per me un film ambientato in un territorio e non su un territorio, con al centro un dramma famigliare che potrebbe essere raccontato in qualunque parte del mondo. Il punto di vista è quello di una ragazza di diciassette anni, in piena ribellione da una condizione sociale e culturale che a stento riesce a comprendere, perché è troppo maldestramente impegnata – ma determinata – a risolvere il problema della malattia di suo padre e a ricucire i rapporti all’interno della sua famiglia. Il film affronta il conflitto tra un’adolescente e l’eredità lasciata, per non dire imposta, dalle generazioni precedenti, in un’altalena emotiva di lotte e rassegnazioni di fronte ad un mostro invisibile che, per quanto ben mimetizzato, è sempre presente.
Cose piccole e rapporti umani, queste sono rimaste le mie priorità, e ho cercato di metterle in scena con un linguaggio personale, intimo, già sperimentato nei miei lavori di cortometraggio precedenti, trattando il dramma con leggerezza, lasciando ai personaggi la capacità di uscire dal tragico della loro esistenza.
IL REGISTA
Nato a Sassari nel 1980, dal 1999 vive a Bologna, dove si laurea al DAMS e lavora come regista. Nel 2005 vince il concorso “AVISA – Antropologia Visuale in Sardegna” promosso dall’ISRE e realizza il suo primo cortometraggio, Il suono della miniera. Dal 2009 è socio di EleNfant Film, casa di produzione indipendente. Il suo secondo lavoro, Io sono qui, viene candidato al David di Donatello nel 2011. Nel 2011 gira a Cuba Los aviones que se caen, ed è co-regista del documentario musicale Cervelli in fuga. Nel 2015 è autore del ocumentario Homeward, girato in Cambogia. Nel 2017 vince il David di Donatello come miglior cortometraggio con A casa mia. Nel 2018 dirige Nina, sesto episodio della serie 13-11. L’Agnello è il suo primo lungometraggio.
“L’Agnello”, opera prima di Mario Piredda, sarà proiettato in anteprima Martedì 3 Marzo 2020 alle ore 20:00 al Cinema Lumière, all’interno della manifestazione Visioni Sarde 2020.